06 giugno 2012

Schizo - una recensione

Pubblico volentieri la recensione di Luciano che si è divertito nel giocare a Schizo - Escape to the void, la mia terza avventura testuale, pubblicata nel 2002 per una One Room Game Competition.

Ho appena finito Schizo. Per chi è come me, amante dei giochi testuali non dispersivi, con lo spazio limitato in un piccolo ambiente con poche zone facile da rappresentare e non con mappe infinite in cui ti perdi continuamente, insomma giochi in cui è più importante stare ad analizzare ogni singolo oggetto per quanto possa sembrare inutile piuttosto che cercare di trovare la via giusta, Schizo è l'ideale: ha soltanto una stanza, più spazio limitato di così :-) la stanza in cui ti trovi rinchiuso è pienissima di oggetti, che devono essere esaminati in ogni loro parte ed usati, spostati, combinati e dosati nella maniera giusta. Un'azione sbagliata, e il gioco non lo puoi più finire; non ti resta altro che ricominciare da capo e non ripetere più lo stesso errore, sempre ammesso che tu abbia capito qual è l'errore che hai commesso. Si può dire che non è un gioco in cui rischi di perderti, ma c'è da perderci la testa, questo è poco ma sicuro. Come voto gli do un 8 pieno. Consigliatissimo ;-)

Se posso citare alcuni difetti, un po' condivido il pensiero di chiara e rosy (fa riferimento ad altre recensioni, n.d.r.) in quanto l'eccessivo riferimento all'uso della droga e al suicidio potrebbe essere dannoso per alcuni soggetti, però l'autore all'inizio del gioco ne specifica i contenuti chiedendoti se vuoi giocare o no. Un altro difetto è che per fare determinate azioni utili a finire il gioco devi per forza aspettare che accada un determinato evento, quindi se sai già come procedere non puoi eseguire alcune azioni immediatamente, ma devi comunque impartire al tuo personaggio il comando "aspetta" numerose volte finché non giunge l'evento che stavi aspettando. E poi basta, altri difetti non riesco proprio a trovarne.

Obituary, Sinister... visti col binocolo

Peccato, dopo un concerto rinviato a Roma primi anni 90 per la location fatiscente, poi per motivi di lavoro, sabato scorso per la salute (ero veramentre uno zombie) sti cacchi di Obituary non riesco proprio a vederli... vabbè sarà per un'altra volta.